Punti
Carcere del Coroneo
Il nome Coroneo, a Trieste sinonimo stesso di carcere, deriva da quello del vescovo di Lubiana Tomaž Hren, che qui ha vasti possedimenti nel 1600. Oltre a Tomizza che ne Gli Sposi di via Rossetti segue i suoi personaggi fino alla cella, il Coroneo è raccontato a più riprese anche dallo scrittore Pino Roveredo.
- Foro Ulpiano, 2
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Casa Aidinian
È una delle cinque case commissionate all’architetto Ruggero Berlam da Haggi Giorgio Aidinian (Smirne 1844-Trieste 1912) commerciante di tappeti orientali trasferitosi a Trieste intorno al 1881 per aprirvi negozio che sappiamo gestito dal figlio Pascal nel 1912 in Palazzo Dreher (oggi della Borsa Nuova).
- Via dei Giustinelli, 1
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Casa Bartoli
Una cascata di foglie fra finestra e finestra e un elegante sviluppo dei balconi di vetro e ghisa dominano la facciata di questo palazzo del 1906 che è una delle più alte espressioni del Liberty triestino, firmato da Max Fabiani, architetto mitteleuropeo, allievo di Otto Wagner al Politecnico di Vienna.
- Piazza della Borsa, 6
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Casa Basevi
Questa palazzina liberty del 1892 non è l'unico frutto dell'incontro fra il cavalier Giuseppe Basevi e l'ingegner Eugenio Geiringer, attivo sperimentatore di stili cui si debbono anche il castelletto dell'Osservatorio Astronomico, diversi palazzi di Piazza Unità, il Palazzo delle Generali e il tram di Opicina.
- Via San Giorgio, 5
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Casa Carsica
A Repen, uno dei più bei borghi carsici, la casa conserva intatta l’architettura in pietra locale di fine XVIII secolo. Il cortile col maestoso portale è circondato dall'alto muro a protezione dalla bora. Al centro delle corte, il pozzo; a far da corona il fienile, la stalla, la cantina e l’abitazione.
- Repen, 31 Monrupino - Repentabor (Italia)
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Casa de 'Gli sposi di Via Rossetti'
È il 10 marzo 1944 quando i carabinieri trovano tre corpi, due uomini e una donna, uccisi a colpi d’arma da fuoco in un appartamento di Via Rossetti 16. Due dei cadaveri appartengono a Stanko Vuk, intellettuale sloveno cattolico e Danica Tomažič, comunista, figlia del proprietario del celebre buffet Da Pepi e sorella di Pinko Tomažič.
- Via Rossetti, 31
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Casa de Stabile
L'angolo della casa è dominato dall'erker, la finestra sporgente che Ernesto de Stabile ha chiesto nel 1906 a Max Fabiani, autore del palazzo e degli arredi, in modo da godere, dall'alto dell'ultimo piano, lo spettacolo del mare e del suo yacht ormeggiato al vicino circolo velico.
- Riva Grumula, 4
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Casa del Cinema - Teatro Miela
Quella che un tempo era la Casa del Lavoratore Portuale (1942) è diventata la sede dell'associazione Casa del Cinema di Trieste, fondata all'inizio del 2009 da sette soggetti che organizzano importanti festival cinematografici. È dedicata ad Annamaria Percavassi, fondatrice del Trieste Film Festival.
- Piazza Duca degli Abruzzi, 3
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Casa del Fascio ora Questura di Trieste
Costruita tra 1938 e 1942 su progetto degli architetti Raffaello Battigelli e Ferruccio Spangaro come Casa del fascio, rientra nel piano di risistemazione edilizia fascista dell’area di Cittavecchia. Dal 1945 al 1954 ospita il Comando del Governo Militare Alleato. Dal 1955, la Questura di Trieste.
- Via di Tor Bandena 6
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Casa della famiglia Stuparich
In questa casa, Stuparich vive con la madre e la moglie Elody Oblath fino alla nascita dell’ultimo dei tre figli nel 1925, quando si trasferisce alla casa di via Monte Cengio sul colle di Scorcola. Ritorna qui negli anni '40 dopo la rottura del suo matrimonio e l'inizio della relazione con Anita Pittoni.
- Via Trento, 12
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Casa della Musica
Tra le viuzze di Cittavecchia si trova una casa azzurra con un pentagramma sulla facciata restaurata grazie al progetto URBAN promosso dalla Comunità Europea. È la Casa della musica, punto d’incontro per chi vuole imparare, migliorare, registrare la propria musica o ascoltare concerti live.
- Via dei Capitelli, 3
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Casa delle Bisse
Progettato nel 1771 in stile Neoclassico con elementi di Rococò francese dall’architetto Giovanni Bodolini, il palazzo racconta con le sue decorazioni ascesa e sconfitta napoleoniche. Sul portone in legno due aquile, inneggianti a Bonaparte, risalgono alla dominazione francese di Trieste, terminata nel 1813.
- Via S. Lazzaro, 15
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Casa di Albert Letchford
Albert Letchford, nato a Trieste da famiglia inglese, è l’autore delle illustrazioni che hanno accompagnato la versione de Le mille e una notte tradotta da Burton dall’arabo in inglese. Letchford era molto apprezzato da Burton oltre che per la sua arte anche per la sua cultura.
- Viale XX Settembre, 53
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Casa di Anita Pittoni
Anita Pittoni (1901-1982), stilista, poetessa, scrittrice ed editrice, in questa casa-atelier-ufficio riceveva Umberto Saba, Virgilio Giotti, Marcello Mascherini, Giani Stuparich, suo compagno e, più tardi, i giovani Claudio Magris, Ugo Pierri, Claudio Grisancich e altri.
- Via Cassa di Risparmio, 1
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Casa di Bobi Bazlen
Casa natale di Roberto (Bobi) Bazlen (1902-1965), uno dei grandi irregolari della cultura triestina. Suggeritore, formidabile lettore, ha impresso una svolta alla cultura italiana portandovi Freud, Kafka, Musil, Jung e lo stesso Svevo. Nel 1962 ha fondato con Luciano Foà la casa editrice Adelphi.
- Via Vittoria Colonna, 4
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Casa di Fulvio Tomizza a Materada
Fulvio Tomizza (1935-1999) nasce in questa casa di Giurizzani (Juricani), borgo vicino a Materada, il paese che dà il nome al suo primo romanzo uscito nel 1960: il racconto dell'ultima fase dell'esodo degli istriani, nel 1954, successivo al definitivo passaggio della penisola all'amministrazione Jugoslava.
- Materada Umago (Croazia)
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Casa di Giani Stuparich
Tra il 1920 e il 1940 circa Stuparich vive qui con la moglie Elody e i tre figli. Qui riceve spesso gli amici Giotti, Saba, Pancrazi, Debenedetti e Carocci. In questi anni scrive Guerra del ‘15 (1931), Donne nella vita di Stefano Premuda (1932), Ritorneranno (1941).
- Via Monte Cengio, 19
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Casa di Srečko Kosovel
Srečko Kosovel (1904-1926) è stato uno dei maggiori poeti sloveni, esponente del modernismo europeo. Ricorrono spesso nei suoi versi descrizioni impressionistiche dell’area carsica, affetti intimi e questioni identitarie. Nella casa natale si possono ammirare una collezione di suoi manoscritti, lettere e fotografie.
- Bazoviška cesta, 9 Sežana (Slovenia)
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Casa di tolleranza Il Metro Cubo
Tra Otto e Novecento in Cittàvecchia, fra ghetto ebraico e Cavana, operano con fasi altalenanti più di 40 bordelli regolarmente registrati in cui almeno 250-300 prostitute offrono i loro servigi a ogni ora. Fra essi il Il metro cubo, così chiamato per le dimensioni ridottissime delle camere a disposizione.
- Via della Pescheria, 7
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Casa di Zia Regina
Nel 1888 Saba e la madre vanno a vivere con una sorella di lei, la zia Regina. La zia è persona molto cara a Saba: segue con passione i suoi primi scritti e lo stimola nella sua crescita consentendogli di andare a studiare a Pisa nel 1903. Al poeta la zia lascia in eredità 100.000 Corone.
- Piazzetta San Giacomo, 1
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Non più esistente
Casa natale di Umberto Saba
Tra le case del ghetto ebraico demolite tra il 1934 e il 1938, in Via di Riborgo, c'era anche la casa natia del più grande poeta triestino. Sorgeva dove ora corre la via del Teatro Romano, al centro del quartiere di strette vie maleodoranti, case fatiscenti senza acqua e con i servizi igienici in comune.
- Via del Teatro Romano
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Non più esistente
Casa Terni-Smolars
Il palazzo liberty del 1907, opera di Romeo Depaoli, colpisce per la ricchezza decorativa della facciata. La grande finestra rotonda contornata da figure femminili catalizza l'attenzione mentre diversi altri elementi architettonici creano un effetto chiaroscurale di grande impatto.
- Via Dante Alighieri, 6
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Casa Valdoni o Casa del Fauno
Il chirurgo triestino Pietro Valdoni affida la costruzione della sua casa (1907-1908) all’architetto Giorgio Zaninovich, allievo di Otto Wagner, nome simbolo della Secessione viennese. La facciata molto elaborata è un susseguirsi di statue di fanciulli, di una ninfa e un di fauno che suona il flauto.
- Via Commerciale, 25
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Casa Viviani / Giberti (Cinema Eden - ora Ambasciatori)
Palazzo Viviani Giberti è l’unico grande palazzo liberty triestino ad essere firmato da un architetto italiano, Giuseppe Sommaruga. Inaugurato il giorno di Natale del 1907 come Teatro filodrammatico diventa poi Cinema Eden, e ora, seppur con altro nome, funge da sala cinematografica.
- Viale XX Settembre 35
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Casino dei Nobili
«Un luogo quanto mai bello e lussuoso»: quando, nel 1772, Giacomo Casanova giudica così il Casino dei Nobili, esso non si trova già più qui, nella dimora del patrizio de Jurco, che ha ospitato a lungo le cene, i dibattiti, gli incontri d’affari e, naturalmente, il gioco d'azzardo dei nobili triestini.
- Via dei Capitelli angolo via Trauner
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Castello di Miramare
Nel 1855 Massimiliano d'Asburgo incarica Carl Junker di costruire il loro castello su uno degli scogli più panoramici del golfo. Lo stile è eclettico, somma di elementi gotici, medievali e rinascimentali. Il parco, ricco di essenze rare ed esotiche, si affaccia oggi sull’Area Marina Protetta.
- Viale Miramare
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Castello di San Giusto
Domina la città di Trieste e offre un superbo panorama del golfo e del Carso. È stato costruito e ampliato in varie fasi tra il 1468 e il 1630. Oggi è uno dei poli della vita culturale cittadina: ospita vari musei e d’estate diventa il palcoscenico di spettacoli e concerti all’aperto.
- Via della Cattedrale, 3
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Castello di San Servolo - Grad Socerb
Uno spettacolare balcone naturale sul golfo di Trieste, il Carso, il vallone di Muggia, la vicina Capodistria e la penisola istriana. Vi conducono, oltre alla strada che sale dal borgo di Prebeneg, diversi sentieri immersi nel verde, da percorrere con documenti validi per l'espatrio.
- Socerb 7, 6275 Črni Kal Slovenia (Italia)
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Cattedrale di San Giusto
Nel XIV secolo i triestini desiderano una cattedrale di grandi dimensioni e per realizzarla in economia uniscono due chiese precedenti, riutilizzando anche resti romani, come gli stipiti del portale. Per questo motivo la facciata, dove spicca il rosone gotico trecentesco, risulta asimmetrica.
- Piazza della Cattedrale, 2
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Cave di Calcare e di Arenaria
Attorno a Trieste troviamo due cave di pietra: da Aurisina si estrae il calcare, da Muggia l'arenaria. Lo sfruttamento delle cave è iniziato già in epoca romana, in entrambe i casi. I blocchi estratti sono serviti a costruire molte opere, a Trieste e non solo.
- Aurisina Cave, 29 Duino Aurisina - Devin Nabrežina (Italia)
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